Quante sono le fasi della deglutizione e cosa accade quando non è ben coordinata
Per quanto apparentemente facile e automatica possa sembrare, la deglutizione è una delle funzioni più complesse di tutto l’organismo, e coinvolge una serie di azioni che devono avvenire con una sequenza precisa e coordinata.
Il passaggio del cibo o dei liquidi dalla bocca allo stomaco, infatti, implica la sinergia e la collaborazione di varie strutture anatomiche, orchestrate alla perfezione da più aree del sistema nervoso.
Tuttavia, alcuni disturbi di varia natura, da processi patologici, ad alterazioni anatomiche, fino a processi infiammatori possono creare delle difficoltà e rendere la deglutizione molto più difficile.
Vediamo, allora, quali sono le fasi della deglutizione e quali sono i processi patologici che posso influenzare questa funzione.
Come funziona la deglutizione e quali strutture anatomiche sono coinvolte
Il meccanismo della deglutizione ha lo scopo di incanalare la saliva, i liquidi e gli alimenti ingeriti nell'esofago ed impedirne l'ingresso nelle cavità nasali o nella trachea.
Si tratta di una parte importante del processo digestivo, che vede la coordinazione di molte strutture anatomiche che partecipano attivamente alle varie fasi della deglutizione.
Una volta che il cibo viene ingerito, questo viene scomposto in bocca mediante la masticazione, i movimenti della lingua e la saliva, fino a diventare bolo alimentare, una massa abbastanza morbida da poter essere facilmente ingerita.
Successivamente, grazie alla peristalsi alle contrazioni peristaltiche il bolo viene sospinto sempre più in avanti, fino ad arrivare allo stomaco.
Tutto questo processo implica contrazioni involontarie alternate al rilassamento della muscolatura liscia che circonda il tratto digerente, coordinate dal sistema nervoso centrale.
Contemporaneamente, per evitare che il bolo alimentare prenda la via sbagliata verso la laringe e la trachea, i muscoli laringei attivano l'azione di una valvola cartilaginea, chiamata epiglottide, che chiude un piccolo spazio situato dietro la laringe, chiamato glottide. Durante questa fase, l'atto respiratorio è interrotto, con la comparsa di quella che è nota come apnea da deglutizione.
Lungo tutto il tratto digerente che va dalla faringe allo stomaco, inoltre, troviamo degli anelli muscolari, chiamati sfinteri esofagei.
Con la muscolatura a riposo, lo sfintere esofageo superiore è chiuso ma, durante la deglutizione, i segnali provenienti dal sistema nervoso centrale portano l'apertura di questo anello muscolare, in risposta agli stimoli derivanti dalla cavità orale.
Anche l'esofago e lo stomaco sono separati da un anello muscolare, chiamato sfintere esofageo inferiore o cardias. Una volta che il bolo è passato completamente attraverso le varie parti del tubo digerente, gli sfinteri si richiudono, la glottide si apre e il palato molle torna nella posizione di riposo.
Fasi della deglutizione e significato di disfagia
La deglutizione è un processo che impegna decine di muscoli e prevede una serie di meccanismi fisiologici, sensoriali, motori, volontari ed involontari che portano ad un cambiamento di configurazione delle vie aeree superiori.
Difatti, da un sistema fisiologico in grado di veicolare l'aria verso i polmoni, interviene un meccanismo di protezione delle vie aeree che permette il passaggio del cibo. Come già accennato, esistono varie fasi della deglutizione, che entrano in azione prima ancora con l'ingresso del cibo nella bocca:
- Fase anticipatoria: qui, una serie di stimoli olfattivi, visivi, etc., invia segnali al sistema nervoso centrale, che predispone all'inizio della deglutizione;
- Fase orale preparatoria: attraverso una serie di atti volontari come masticazione, miscelazione e insalivazione del cibo, questo viene trasformato in bolo alimentare, una massa abbastanza morbida da poter essere digerita;
- Fase orale propulsiva: questa corrisponde al momento in cui il bolo viene trasportato dal cavo orale verso la faringe;
- Fase faringea: In questa fase avvengono almeno tre processi simultanei, ovvero il trasferimento del bolo dalla cavità orale all'esofago, la chiusura delle vie respiratorie attraverso l'attivazione dell'epiglottide e l'opposizione al transito inverso del cibo dalle vie digerenti verso la bocca. Si tratta di movimenti involontari riflessi;
- Fase esofagea: in questa fase, lo sfintere esofageo superiore si apre per consentire il passaggio di cibo, grazie a tutti gli stimoli ricevuti nelle precedenti fasi. Un funzionamento non corretto di tali meccanismi può provocare un deficit di deglutizione importante;
- Fase gastrica: questa comprende tutto il lasso di tempo in cui il cibo oltrepassa lo sfintere esofageo inferiore e permane nella tasca gastrica.
Abbiamo accennato come un deficit nei meccanismi delle varie fasi della deglutizione possa provocare un'oggettiva difficoltà nell’ingerire alimenti solidi o liquidi, condizione conosciuta con il termine disfagia.
Esistono moltissimi fattori alla base di questo disturbo, dalle patologie infettive, alle infiammazioni, a patologie sistemiche che colpiscono il tratto digerente, fino ad alterazioni congenite o secondarie dei muscoli, dei nervi e di tutte le strutture deputate alla deglutizione.
Per quanto riguarda i sintomi, invece, questi sono molto invalidanti poiché contribuiscono tutti all'incapacità nel far passare cibi o bevande (soprattutto solidi) dalla bocca verso lo stomaco.
Come trattare la difficoltà a deglutire con terapie efficaci
Quale che sia la causa che porta all'insorgenza della disfagia, questa condizione è caratterizzata da una cattiva gestione del bolo alimentare nel cavo orale e da un indebolimento della muscolatura intra ed extra orale, specie quando sono coinvolti i nervi.
È necessario dunque trattare questa condizione in modo efficace e specifico, andando a lavorare proprio sulle caratteristiche della difficoltà a deglutire, grazie all’utilizzo della terapia a vibrazione locale.
Le vibrazioni, infatti, quando incontrano un tessuto, sono in grado di riequilibrare e normalizzare il tono muscolare, aumentando anche il potenziale di forza del muscolo stesso.
Ciò comporta due azioni terapeutiche principali: anzitutto, è possibile tonificare e rinforzare la muscolatura del viso e quella intra ed extraorale, andando a lavorare in maniera specifica sui muscoli coinvolti, come quelli della lingua o delle labbra.
In seconda battuta, la vibrazione locale permette di sviluppare il controllo motorio di questi muscoli, favorendo una corretta gestione orale del bolo alimentare ed il controllo deglutitorio.
Inoltre, le vibrazioni aiutano anche a sollecitare lo scambio di informazioni attraverso la stimolazione dei tessuti interessati dal danneggiamento dei nervi, migliorando la sensibilità superficiale interna.
È importante sottolineare che la terapia a vibrazione locale è l’unica terapia strumentale in grado di trattare con successo la disfagia e i suoi sintomi.
Ciò è possibile perché gli strumenti e gli accessori della vibrazione locale sono studiati appositamente per il trattamento intraorale, andando a stimolare in maniera precisa muscoli e nervi, la cui coordinazione e forza sono essenziali nel processo di deglutizione e nella gestione del bolo alimentare.
Insomma, si tratta di uno strumento facile e semplice da utilizzare, riservato non solo a professionisti in campo riabilitativo, ma anche come metodo di auto-trattamento quotidiano utilizzabile dal paziente stesso o da un caregiver.
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La deglutizione è una funzione fondamentale per il nostro organismo, perché ci permette di ingerire liquidi ed alimenti e iniziare il processo digestivo. Quando subentra una difficoltà a deglutire, quindi, è necessario trattarla con metodi efficaci.
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